05 febbraio 2009

Missione Yak compiuta!!!



La nostra missione-avventura è cominciata all’aeroporto di Kathmandu il 24 gennaio con un volo in ritardo di 5 ore a causa della fitta nebbia. Il volo da Kathmandu a Lukla è durato solo 30 intensissimi minuti. Aereo con soli 14 posti + hostess. Dai finestrini del piccolissimo e anche un po’ scassato aereo della compagnia AGNI AIR si poteva godere una superba vista sull’Himalaya e sulle immense valli. I miei occhi spalancati accecati da tanta Grandezza!

Dopo un atterraggio “pesantissimo” (beh, diciamo che ho sperimentato anche atterraggi migliori!) siamo finalmente arrivate al minuscolo aeroporto di Lukla, dove ci attendeva Pasang, il nostro sherpa che ci avrebbe accompagnato per tutta la settimana. Lukla è un piccolissimo villaggio a 2880m, da dove partono tutte le spedizione per il campo base dell’Everest. Che emozione! Ci sono solo due modi per raggiungere Lukla: aereo o 4 giorni di cammino da Jiri a 143 km da Kathmandu. Lukla è il villaggio principale della regione del Solo Khumbu, interamente popolata dal gruppo etnico sherpa, con somiglianze tibetane sia per fisionomia che per cultura e religione. Gruppo etnico famoso per la sua straordinaria forza fisica, resistenza alle temperature più rigide e per aver inoltre partecipato alle più importanti spedizioni verso l’Everest.

Pasang vive in un paesino a 11 ore di cammino da Lukla, praticamente 2 giorni di viaggio. Ha 34 anni è sposato e ha tre figli. Durante il trekking Pasang ci ha spiegato diverse cose in merito alla sua etnia e quando pronunciava la parola Sherpa gli si illuminavano gli occhi. Avrei capito solo più tardi il perché di tanto orgoglio e passione dietro a quella luce.

Dopo un pranzo veloce a base di riso e lenticchie siamo partiti!! Non sapevamo ancora quello che ci aspettava, nemmeno la più fervida fantasia avrebbe potuto immaginarlo…

L’intero trekking è durato 6 giorni, ogni giorno abbiamo camminato circa 4/5 ore. E ogni giorno che passava, salivamo e le vette delle montagne si facevano sempre più vicine. Abbiamo attraversato, dormito in villaggi sherpa, abbiamo attraversato numerosi ponti sospesi, durante le pause abbiamo giocato con gli stupendi bimbi sherpa, abbiamo parlato con i locali. Gli Sherpa parlano la lingua sherpa, ma parlano e capiscono comunque molto bene anche il nepalese. Il mio corso di nepalese mi sta servendo molto. La gente sorride divertita quando mi sente pronunciare qualche parola e quando vede che cerco di formulare una frase seppur semplice. Mi piace questa cosa!!

Ora è bassa stagione e non abbiamo incontrato tanti trekker. Abbiamo sempre trovato molto facilmente una camera nei rifugi. La zona del Solo Khumbu è organizzata molto meglio della zona dell’Annapurna. I rifugi infatti sono più confortevoli, più puliti e più ordinati. Durante il giorno il sole scaldava, ma subito dopo il tramonto il freddo si faceva sentire. Fare la doccia era diventata una sfida personale contro il freddo. Le docce non erano altro che piccoli stanzini fuori dalla camera senza acqua corrente!! Prima di fare la doccia bisognava avvertire la cucina che avrebbe fatto bollire un pentolone d’acqua, che avrebbe poi rovesciato in un secchio. Ma mi immaginate? Io che con un secchio di acqua bollente vado nello stanzino gelido, mi spoglio e tremante dal freddo comincio velocemente a tirarmi acqua calda addosso cercando di non pensare al freddo, ma di godere invece della splendida sensazione dell’acqua calda che scendeva sul mio corpo stanco e sulla mia pelle imbrunita dal sole dopo una faticosa giornata di trekking. In certe situazioni è meraviglioso riscoprire che le azioni più banali, più scontate, come quella di farsi una doccia calda, assumono un altro valore, hanno un altro sapore e nella loro semplicità diventano essenziali.

Più salivo, più il mio stupore aumentava proporzionalmente alla bellezza che pian piano si scopriva davanti ai miei occhi per esplodere in un emozionante pianto davanti al Gompa (monastero tibetano) a Tengboche a 3860m!!! da dove si poteva godere di una vista a 360 gradi sull’Himalaya dove, non poi tanto lontano spiccava parte della montagna più alta al mondo: l’Everest (8848m) e il meraviglioso massiccio dell’Ama Dablam (6856m).

In tutto il villaggio di Tengboche ci saranno stati 5/6 trekker, 2 guest house aperte e diversi monaci che ci hanno invitato ad entrare nel gompa ad assistere alla puja, la loro cerimonia. Nella fredda penombra alcuni monaci, dentro le loro tuniche rosso/bordeau, hanno cominciato a recitare mantra, mentre altri hanno cominciato a suonare conchiglie e tamburi producendo un suono con frequenze molto basse che hanno colpito in profondità arrivando diritto alla pancia e allo stomaco facendo vibrare tutto. Scena molto toccante!

Inutile cercare di descrivere il tramonto, la luce e i colori che si riflettevano su quelle vette bianche !!! La notte invece ci ha regalato uno splendido cielo stellato. Mai viste prima così tante stelle luminose! Erano talmente grandi che sembrava fossero lì vicino, le potevo toccare.

Non nego di aver lasciato a malincuore Tengboche e di aver cominciato la discesa per tornare a Lukla un po’ triste. Il mio cuore è rimasto a Tengboche e credo che ci rimarrà ancora per molto tempo. Mi capita spesso di ripensare a quella tranquillità e quella lentezza che solo le Montagne mi hanno saputo regalare. Che fascino che hanno!! Spero di poter fare un altro trekking il prima possibile, perché le Montagne mi mancano già, assai!

L’Himalaya, i ritmi lenti e la vita dura dei suoi abitanti mi hanno fatto riflettere sui ritmi incalzanti della nostra società, sulle diverse culture e sulle diversissime aspettative di vita che differenziano il mondo orientale da quello occidentale. Le Montagne mi hanno anche insegnato che “nella vita nessuna salita è impossibile”…in tutti i sensi! E’ in questo momento che ho capito Pasang Sherpa. E’ qui che ho capito l’origine della luce che brillava nei suoi occhi. Rispetto!

Saremmo dovute ripartire per Ktm la mattina del 30 gennaio, ma dopo qualche ora di attesa all’aeroporto… SCHERZETTO!!! Tutti i voli per Kathmandu cancellati! Aeroporto chiuso! C’è troppo vento, troppo rischioso! La pista di Lukla è cortissima ed è praticamente incastrata tra le montagne. Avrei poi scoperto che Lukla è uno degli aeroporti più pericolosi al mondo!

Ci siamo messe l’anima in pace con la speranza di riuscire a partire il giorno successivo e abbiamo passato così la giornata nella piccolissima Lukla. Il 31 gennaio siamo finalmente riuscite a partire con 3 ore di ritardo. Il decollo è stato ancora più emozionante dell’atterraggio; il piccolo aereo si è staccato da terra poco prima della fine della pista, è seguito un piccolo sobbalzo e davanti e sotto di noi si è immediatamente aperta la montagna! Paola-incredula! E’ stata una mezz’ora di indescrivibile bellezza selvaggia, glaciale, bianca! La zona dell’Everest, il massiccio dell’Helambu e del Langtan con l’imponente Ganesh Himal. Paola-Ipnotizzata!

Felicissima di essere tornata per vedere i bimbi, triste per aver lasciato le Montagne! Durante il trekking ho pensato spesso ai bimbi, li porto sempre con me! Domani gita!!! Nel pomeriggio portiamo le bimbe a Boudhnath, alla grande Stupa buddhista, a fare merenda. Ultimamente stiamo portando più colore alla casa. Abbiamo comprato poster, planisferi, portafoto e abbiamo così riempito le pareti bianche, abbiamo comprato cuscini e federe nuovi. Abbiamo comprato tanta stoffa super colorata per sostituire le vecchie tende ormai grigie e logore. Abbiamo distribuito zainetti nuovi a tutti con quaderni, astucci, dentifricio, spazzolini, pettine per pidocchi. Dovevate vedere le facce di questi angioletti mentre esploravano il contenuto dello zainetto. Visini increduli! Visini strafelici! Quanti baci e quanti abbracci quel giorno!! “Paola Miss, Thank you! Rock ‘n’ Roll!!” Sono dei bambini meravigliosi! A volte non è facile gestirli e durante le lezioni spesso mi fanno davvero perdere la pazienza! Ci sono quelli che urlano, quelli che giocano, quelli che si tirano i capelli e si mettono le dita negli occhi, le bambine sono terribili quando litigano tra di loro!! A volte devo alzare la voce e fare la maestra autoritaria, ma poi non resisto, guardo la mia collega e scoppiamo a ridere….Che meravigliosa esperienza!!!

Sono nella mia cameretta, sono a Kathmandu, sono dentro il mio Sogno.

Sono felice !!!



Buonanotte a tutti,

Jungle Paola

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