20 febbraio 2009

Satiharù buongiorno!

Elena, la mia collega, è partita due settimane fa ed ora sono rimasta l’unica volontaria dell’ONG. Ora le lezioni le gestisco io e se prima erano impostate solo sulla lingua inglese, io ora ho introdotto anche un po’ di geografia, perché, facendo vedere ai bimbi un planisfero, mi sono resa conto che non sanno nulla di come sia fatto il mondo al di fuori del loro quartiere. Su un planisfero nessuno mi ha saputo indicare dove si trovasse esattamente il Nepal; alcuni, senza la minima esitazione, hanno indicato il Congo!!! Ho sorriso e ho capito che l’introduzione della geografia era necessaria. Ne ho parlato con il direttore che, indaffarato ad innaffiare il giardino, non ha impiegato molto tempo ad accettare la mia proposta… E’ da qualche giorno che ho cominciato a insegnare anche un po’ di geografia. Che bello!!! E distribuisco piccoli adesivi delle bandiere di alcuni stati, così le appiccicano sui loro quaderni e sono felici. Per loro gli adesivi sono bellissimi. Sono orgogliosi di possederne alcuni. Oggi molti mi hanno ringraziato e una bimba è addirittura arrivata verso di me correndo con qualcosa in mano: un piccolo foglio di quaderno ripiegato con dentro un disegnino e una caramella. Era per me! WOW!! Mi sono sciolta!!! Che dolcezza!! Questa bimba ha altri due fratellini piccoli e tutti e tre vengono alla casa-famiglia. E’ lei che si occupa dei due piccolini; suo padre lavora e la madre si è suicidata qualche mese fa. Quando l’ho saputo mi si è gelato il sangue. Dovreste vedere con che attenzione, responsabilità e amore controlla i suoi fratellini, incredibile!


Mi sto improvvisando anche infermiera: oggi non c’era la mia collega nepalese e allora ho operato io. Paola Nurse! ;-) Un bimbo sul piede aveva un piccolo accumulo di pus. Niente panico! La stessa cosa era successa ad un’altra bimba ed Elena mi aveva spiegato come aveva fatto a medicarla e quindi TAC!!! In un attimo il bimbo era ok!! La mia “operazione” è stata sicuramente un po’ dolorosa, ma il bimbo, a parte qualche strana espressione, non si è mai lamentato!.


Sto entrando sempre più dentro le dinamiche del condominio e che risate!! Che curiosoni che sono i nepalesi!! Le donne sono incredibili!! Come vi ho già detto vivo su un tetto piatto che non è altro che il quinto piano del condominio. Qui ci sono le mie tre stanze e un balcone immenso che dà su Kathmandu e quando il cielo è limpido e chiaro si può scorgere qualche vetta innevata dell’Himalaya. Stasera c’è una splendida luna piena e il balcone brilla, sarebbe il posto ideale per un party. Chissà!! La divagazione per dirvi che il balcone è in comune e alcune donne ci vengono a stendere il bucato e le conosco tutte!! Non ricordo ovviamente i loro nomi, ma qui io le chiamo tutte Didi (sorella maggiore) e così ho risolto il mio problema!! C’è la IOLE, in assoluto la più curiosona!! Sabato pomeriggio: Paola-casalinga, ho pulito tutto e lei era qui in giro, ho visto che spudoratamente è entrata in cucina e ha controllato tutto; è uscita e con l’atteggiamento formale e perentorio di un giudice, mi si è rivolta e si è espressa in questi termini “Tere sapa cha!” - molto pulito! Evvvvaaai!! Ho passato la prova vicina di casa!! ;-) Poi c’è l’ELVEZIA più riservata, più discreta che tutte le volte che mi vede, indipendentemente dall’orario, mi chiede “Kana kajò??” – hai mangiato? E io puntualmente rispondo “Kajò, kajò” – ho mangiato!. Segue un sorriso. Poi c’è la LUISA , la proprietaria di casa, che non vede l’ora di vedermi per farmi le domande più diverse. Sì, sì, sì proprio quelle domande del tipo scusa-se-mi-faccio-i-fatti- tuoi ! Poi c’è la figlia DOMA di 3 anni; a volte me la ritrovo sulla porta che mi guarda e mi dice namaste! E poi c’è la MARIA, la domestica (una bambina di 15 anni), che è spesso sul balcone e noto che mi guarda spesso. Mentre Paola-casalinga puliva, lei osservava tutta l’operazione pulizia-bagno molto attentamente. Mahh!!? Anche qui in Nepal certe dinamiche sono esattamente le stesse!!

Ah, dimenticavo! E’ arrivata una nuova inquilina! E’ da qualche giorno che sul terrazzo vedo girovagare tranquillamente una scimmia. Oggi mentre stendevo il bucato anche lei mi osservava.


In questo momento a ktm c’è Daniela, un’amica di Martina di Innsbruck che è arrivata la settimana scorsa da Bangkok. Che bello parlare di nuovo tedesco!! Abbiamo intenzione di andare un fine settimana a Lumbini, città natale di Buddha nel Nepal occidentale, zona che non ho ancora ben esplorato.

Vi abbraccio forte,

Paola Miss

05 febbraio 2009

Missione Yak compiuta!!!



La nostra missione-avventura è cominciata all’aeroporto di Kathmandu il 24 gennaio con un volo in ritardo di 5 ore a causa della fitta nebbia. Il volo da Kathmandu a Lukla è durato solo 30 intensissimi minuti. Aereo con soli 14 posti + hostess. Dai finestrini del piccolissimo e anche un po’ scassato aereo della compagnia AGNI AIR si poteva godere una superba vista sull’Himalaya e sulle immense valli. I miei occhi spalancati accecati da tanta Grandezza!

Dopo un atterraggio “pesantissimo” (beh, diciamo che ho sperimentato anche atterraggi migliori!) siamo finalmente arrivate al minuscolo aeroporto di Lukla, dove ci attendeva Pasang, il nostro sherpa che ci avrebbe accompagnato per tutta la settimana. Lukla è un piccolissimo villaggio a 2880m, da dove partono tutte le spedizione per il campo base dell’Everest. Che emozione! Ci sono solo due modi per raggiungere Lukla: aereo o 4 giorni di cammino da Jiri a 143 km da Kathmandu. Lukla è il villaggio principale della regione del Solo Khumbu, interamente popolata dal gruppo etnico sherpa, con somiglianze tibetane sia per fisionomia che per cultura e religione. Gruppo etnico famoso per la sua straordinaria forza fisica, resistenza alle temperature più rigide e per aver inoltre partecipato alle più importanti spedizioni verso l’Everest.

Pasang vive in un paesino a 11 ore di cammino da Lukla, praticamente 2 giorni di viaggio. Ha 34 anni è sposato e ha tre figli. Durante il trekking Pasang ci ha spiegato diverse cose in merito alla sua etnia e quando pronunciava la parola Sherpa gli si illuminavano gli occhi. Avrei capito solo più tardi il perché di tanto orgoglio e passione dietro a quella luce.

Dopo un pranzo veloce a base di riso e lenticchie siamo partiti!! Non sapevamo ancora quello che ci aspettava, nemmeno la più fervida fantasia avrebbe potuto immaginarlo…

L’intero trekking è durato 6 giorni, ogni giorno abbiamo camminato circa 4/5 ore. E ogni giorno che passava, salivamo e le vette delle montagne si facevano sempre più vicine. Abbiamo attraversato, dormito in villaggi sherpa, abbiamo attraversato numerosi ponti sospesi, durante le pause abbiamo giocato con gli stupendi bimbi sherpa, abbiamo parlato con i locali. Gli Sherpa parlano la lingua sherpa, ma parlano e capiscono comunque molto bene anche il nepalese. Il mio corso di nepalese mi sta servendo molto. La gente sorride divertita quando mi sente pronunciare qualche parola e quando vede che cerco di formulare una frase seppur semplice. Mi piace questa cosa!!

Ora è bassa stagione e non abbiamo incontrato tanti trekker. Abbiamo sempre trovato molto facilmente una camera nei rifugi. La zona del Solo Khumbu è organizzata molto meglio della zona dell’Annapurna. I rifugi infatti sono più confortevoli, più puliti e più ordinati. Durante il giorno il sole scaldava, ma subito dopo il tramonto il freddo si faceva sentire. Fare la doccia era diventata una sfida personale contro il freddo. Le docce non erano altro che piccoli stanzini fuori dalla camera senza acqua corrente!! Prima di fare la doccia bisognava avvertire la cucina che avrebbe fatto bollire un pentolone d’acqua, che avrebbe poi rovesciato in un secchio. Ma mi immaginate? Io che con un secchio di acqua bollente vado nello stanzino gelido, mi spoglio e tremante dal freddo comincio velocemente a tirarmi acqua calda addosso cercando di non pensare al freddo, ma di godere invece della splendida sensazione dell’acqua calda che scendeva sul mio corpo stanco e sulla mia pelle imbrunita dal sole dopo una faticosa giornata di trekking. In certe situazioni è meraviglioso riscoprire che le azioni più banali, più scontate, come quella di farsi una doccia calda, assumono un altro valore, hanno un altro sapore e nella loro semplicità diventano essenziali.

Più salivo, più il mio stupore aumentava proporzionalmente alla bellezza che pian piano si scopriva davanti ai miei occhi per esplodere in un emozionante pianto davanti al Gompa (monastero tibetano) a Tengboche a 3860m!!! da dove si poteva godere di una vista a 360 gradi sull’Himalaya dove, non poi tanto lontano spiccava parte della montagna più alta al mondo: l’Everest (8848m) e il meraviglioso massiccio dell’Ama Dablam (6856m).

In tutto il villaggio di Tengboche ci saranno stati 5/6 trekker, 2 guest house aperte e diversi monaci che ci hanno invitato ad entrare nel gompa ad assistere alla puja, la loro cerimonia. Nella fredda penombra alcuni monaci, dentro le loro tuniche rosso/bordeau, hanno cominciato a recitare mantra, mentre altri hanno cominciato a suonare conchiglie e tamburi producendo un suono con frequenze molto basse che hanno colpito in profondità arrivando diritto alla pancia e allo stomaco facendo vibrare tutto. Scena molto toccante!

Inutile cercare di descrivere il tramonto, la luce e i colori che si riflettevano su quelle vette bianche !!! La notte invece ci ha regalato uno splendido cielo stellato. Mai viste prima così tante stelle luminose! Erano talmente grandi che sembrava fossero lì vicino, le potevo toccare.

Non nego di aver lasciato a malincuore Tengboche e di aver cominciato la discesa per tornare a Lukla un po’ triste. Il mio cuore è rimasto a Tengboche e credo che ci rimarrà ancora per molto tempo. Mi capita spesso di ripensare a quella tranquillità e quella lentezza che solo le Montagne mi hanno saputo regalare. Che fascino che hanno!! Spero di poter fare un altro trekking il prima possibile, perché le Montagne mi mancano già, assai!

L’Himalaya, i ritmi lenti e la vita dura dei suoi abitanti mi hanno fatto riflettere sui ritmi incalzanti della nostra società, sulle diverse culture e sulle diversissime aspettative di vita che differenziano il mondo orientale da quello occidentale. Le Montagne mi hanno anche insegnato che “nella vita nessuna salita è impossibile”…in tutti i sensi! E’ in questo momento che ho capito Pasang Sherpa. E’ qui che ho capito l’origine della luce che brillava nei suoi occhi. Rispetto!

Saremmo dovute ripartire per Ktm la mattina del 30 gennaio, ma dopo qualche ora di attesa all’aeroporto… SCHERZETTO!!! Tutti i voli per Kathmandu cancellati! Aeroporto chiuso! C’è troppo vento, troppo rischioso! La pista di Lukla è cortissima ed è praticamente incastrata tra le montagne. Avrei poi scoperto che Lukla è uno degli aeroporti più pericolosi al mondo!

Ci siamo messe l’anima in pace con la speranza di riuscire a partire il giorno successivo e abbiamo passato così la giornata nella piccolissima Lukla. Il 31 gennaio siamo finalmente riuscite a partire con 3 ore di ritardo. Il decollo è stato ancora più emozionante dell’atterraggio; il piccolo aereo si è staccato da terra poco prima della fine della pista, è seguito un piccolo sobbalzo e davanti e sotto di noi si è immediatamente aperta la montagna! Paola-incredula! E’ stata una mezz’ora di indescrivibile bellezza selvaggia, glaciale, bianca! La zona dell’Everest, il massiccio dell’Helambu e del Langtan con l’imponente Ganesh Himal. Paola-Ipnotizzata!

Felicissima di essere tornata per vedere i bimbi, triste per aver lasciato le Montagne! Durante il trekking ho pensato spesso ai bimbi, li porto sempre con me! Domani gita!!! Nel pomeriggio portiamo le bimbe a Boudhnath, alla grande Stupa buddhista, a fare merenda. Ultimamente stiamo portando più colore alla casa. Abbiamo comprato poster, planisferi, portafoto e abbiamo così riempito le pareti bianche, abbiamo comprato cuscini e federe nuovi. Abbiamo comprato tanta stoffa super colorata per sostituire le vecchie tende ormai grigie e logore. Abbiamo distribuito zainetti nuovi a tutti con quaderni, astucci, dentifricio, spazzolini, pettine per pidocchi. Dovevate vedere le facce di questi angioletti mentre esploravano il contenuto dello zainetto. Visini increduli! Visini strafelici! Quanti baci e quanti abbracci quel giorno!! “Paola Miss, Thank you! Rock ‘n’ Roll!!” Sono dei bambini meravigliosi! A volte non è facile gestirli e durante le lezioni spesso mi fanno davvero perdere la pazienza! Ci sono quelli che urlano, quelli che giocano, quelli che si tirano i capelli e si mettono le dita negli occhi, le bambine sono terribili quando litigano tra di loro!! A volte devo alzare la voce e fare la maestra autoritaria, ma poi non resisto, guardo la mia collega e scoppiamo a ridere….Che meravigliosa esperienza!!!

Sono nella mia cameretta, sono a Kathmandu, sono dentro il mio Sogno.

Sono felice !!!



Buonanotte a tutti,

Jungle Paola