18 gennaio 2009

Namaste satiharù!!

Vi scrivo negli ultimi dieci minuti di elettricità disponibile. Da oggi il black-out totale comincerà alle 20 e durerà ben 16 ore!!! Ebbene sì, anche le azioni più banali qua devono essere calcolate. Se voglio un toast a colazione, mi devo alzare prima delle 8, altrimenti il tostapane non funziona. Se voglio fare una doccia calda, o meglio tiepida devo prima informarmi sugli orari di black-out, altrimenti l’acqua sarebbe gelida! In ufficio, se non c’è elettricità non funziona internet e quindi anche in questo caso devo informarmi sugli orari del black-out perché dovete sapere, che nella zona dove vivo io gli orari di black-out sono diversi da quelli della zona dove c’è l’ufficio! Prima o poi sarò costretta a prendere appunti, visto che a volte faccio talmente tanta confusione con tutti questi orari che alla fine non riesco a combinare nulla! Quando esco di casa, controllo sempre in borsa se c’è tutto: portafoglio, chiavi, agenda e TORCIA!!!



Oggi ho cominciato il corso di nepalese; la mia prima lezione di un’ora mi è piaciuta; la mia insegnate Urmila è molto simpatica e parla molto bene l’inglese.

Qualche parola ed espressione nepalesi le ho già imparate alla casa-famiglia, ma vorrei comunque imparare un po’ di più per poter poi comunicare meglio con i bimbi ed i miei colleghi, e anche per capire di più la loro cultura, la lingua in fondo non è altro che uno specchio di essa. Pensate che la lingua nepalese prevede parole come DIDI (sorella maggiore) e BAHINI (sorella minore), BAI (fratello minore), DAI (fratello maggiore) e questi appellativi sostituisco molto spesso il nome proprio! Io per i bimbi sono DIDI e a volte mi chiamano così, per il direttore sono BAHINI e lui per me è DAI e mi piace molto quando i nomi propri vengono sostituiti da queste parole mentre si parla, perché ciò mi fa sentire davvero ancora più vicina a loro…una sorella maggiore o minore appunto!



Ieri sera siamo andati al cinema (Diego ti ho pensato!) a vedere Gaijini,un film indiano. Scene di azione si alternano ad improvvise scene super kitsch tutte colorate, la protagonista si muove a scatti insieme ad un gruppo di ballerini che non fa altro che imitare i movimenti delle spalle, della testa e delle mani della super star. Qualche bella risata ce la siamo fatta, ma siamo poi sgattaiolate via dopo il primo tempo che era durato un ora e mezza!!!!! A seguire, cena da “Gigi”, un ristorantino tipico locale. Io ed Elena preferiamo “Gigi” (il troione) ai numerosi ristoranti sparsi nelle zone più turistiche. Da “Gigi” ci sentiamo sempre come a casa. Il suo vero nome è Baradai, un’ometto basso e un po’ tarchiato, che saluta sempre con un bel sorriso e stringe sempre vigorosamente la mano, viene al tavolo a fare due chiacchere e ha sempre qualcosa di divertente da raccontare! Da Baradai si spende poco, con 60 rupie (60centesimi) si mangia bene e si esce a pancia piena! Poca spesa, tanta resa!



Sono molti i bambini di strada, non solo nella zona di Pashupatinath dove c’è la casa-famiglia, ma in tutta Kathmandu. Qualche giorno fa, mentre andavo al lavoro con Elena ed un collega nepalese, ci siamo accorti che alcuni bambini sull’altro lato della strada, stavano tirando colla e uno di loro aveva di colpo cominciato a muovere il corpo come se fosse stata una crisi epilettica. Che scena cruda! Una lama affilata che penetra nella carne. Non sapevo cosa fare, abbiamo cercato di convincerli a venire con noi alla scuola, per avere una doccia, vestiti puliti e cibo, ma è stato difficilissimo avvicinarli, erano estremamente diffidenti; uno di loro, quello più vicino a noi sarebbe anche venuto, ma le parole minacciose del suo amichetto, probabilmente il leader del gruppo, sono riuscite a farlo indietreggiare scappando via.

Kathmandu è anche questo: bambini che tirano colla, lebbrosi, mendicanti, donne che chiedono l’elemosina, angoli di immondizia ovunque che a volte viene bruciata. Odore irrespirabile, odore tossico. Molti girano con la mascherina.

Un gran casino insomma, per non parlare poi del traffico, del rumore costante dei clacson e dello smog. Il traffico di Roma, a confronto potrebbe essere definito ordinato e tranquillo e ciò è tutto un dire!!



Sono le 21.12 ed è tardissimo!!! Dovete sapere che la giornata dei nepalesi comincia prestissimo. Si svegliano verso le 4/5, pranzano alle 11.30/12, cenano verso le 18/18.30 e alle 21/22 vanno a dormire. E tutta la giornata ruota intorno a questi orari e io mi ci sono abituata…..unica differenza: io non mi sveglio alle 5!!! la sera non faccio mai tardi, anche perché la strada per casa mia spesso è molto buia a causa del black-out.



Domani è sabato e per loro è la nostra domenica, perciò non si lavora. Io ed Elena andiamo su in montagna a farci una bella camminata. Non vedo l’ora!! Queste montagne hanno un fascino incredibile, ti stregano! Ti rapiscono! Stiamo già pensando di farci un’altra settimana di trekking a fine mese nella zona dell’Everest.



Nella valle di Kathmandu durante il giorno il clima è molto piacevole e si sta anche in maglietta, la mattina presto e la sera invece il freddo si fa sentire, bisogna coprirsi bene. Io in camera non ho il riscaldamento e si sente! Caspita se si sente!! Soprattutto quando mi sveglio la mattina e quando faccio la doccia!! Brrrrrrr!!



Per il momento dal Nepal questo è tutto. Passo e chiudo.



Peri betonlà satiharù!

Paola Didi

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